Archivio Fotografico

I custodi della Cupola del Guarini

L’incendio che divorò la Cappella della Sindone nella notte dell’11 aprile 1997 fu miracolosamente benevolo con la reliquia attribuita alla Passione di Cristo: i Vigili del Fuoco riuscirono a metterla in salvo prelevandola dal presbiterio del Duomo, dove le fiamme avrebbero potuto estendersi da un momento all’altro.

Si salvò la Sindone, non la meravigliosa Cappella barocca, che rimase in piedi ma venne sventrata dal rogo. Per molte ore, a temperature elevatissime, nella completa solitudine di quel padiglione che bruciava, rimasero a sfidare il destino le sepolture dei due padri nobili del Regno sabaudo-piemontese: il primo duca, Amedeo VIII; e il suo discendente Emanuele Filiberto I, colui che elevò Torino al rango di Capitale nel 1563.

Amedeo ed Emanuele Filiberto sono i custodi della Cupola, e i grandi reduci del rogo (qui immortalati nel servizio di fotografico di Renzo Bussio).