Novecento

Due segreti nelle viscere del Monte dei Cappuccini

A pochi passi dal traffico di corso Moncalieri, qualche decina di metri sotto uno dei simboli di Torino, l’altura del Monte dei Cappuccini custodisce dentro di sé due segreti, inclusi l’uno nell’altro come pezzi di una matrioska: il più grande rifugio antiaereo torinese della Seconda Guerra Mondiale e, al suo interno, un laboratorio di ricerca di eccellenza, che rischia di scomparire.

Ricostruzione delle gallerie sotto il Monte dei Cappuccini
Ricostruzione delle gallerie sotto il Monte dei Cappuccini

Chi percorre la via Giardino, che dalla chiesa della Gran Madre costeggia la collina dei Cappuccini, avrà forse notato una serie di aperture, alcune chiuse da cancelli, altre murate, che si susseguono lungo il fianco dell’altura. Ad ognuna corrisponde una galleria (sono 8 in totale), che conduce proprio al cuore del rifugio, scavato nel centro del monte, quasi sotto la verticale della chiesa dei Cappuccini. L’ultimo di questi accessi, nei pressi del civico 9, conduce a un laboratorio, costruito negli anni Sessanta e ora facente capo all’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), un’eccellenza di livello internazionale.

È anche grazie alla presenza della stazione di ricerca dell’INAF, che ne occupa una piccola porzione, se oggi l’intera struttura del rifugio antiaereo è ancora accessibile e in discreto stato di conservazione, anche se non visitabile al pubblico e priva al momento di una funzione d’uso.