Età Barocca

L’infinito circuito dei castelli attorno a Torino

Se i castelli sabaudi, specialmente quelli più prossimi alla «capitale» del Piemonte, sono ormai universalmente riconosciuti quale potente richiamo turistico, non mancano le potenzialità per trasformare i castelli «privati» che circondano Torino in una rete fortemente attrattiva.
Nella sua Relatione di Piamonte (1618) Giovanni Botero scrisse che non vi era parte d’Italia, ove le terre, e i castelli fossero «più spessi e più grossi». Non senza fondamento si poteva dire ai suoi tempi che il Piemonte fosse, con gli edifici di difesa che sorgevano ovunque, quasi una sorta di gigantesca fortezza senza soluzione di continuità, puntellata dagli oltre 1.200 castelli e edifici castellati che ancor oggi possono essere censiti sul suo territorio, alcuni tuttora saldi e maestosi, altri evocati solo più da misere tracce celate sotto rimaneggiamenti radicali o testimoniati addirittura da semplici rovine.

Mappa castelliNon solo Masino e Pralormo. Attorno a Torino sussistono castelli di grande interesse: se si prendesse in considerazione un raggio di una quarantina-cinquantina di chilometri si potrebbero citare anche numerose tra le più famose dimore regionali, quasi tutte visitabili con una certa regolarità o variamente fruibili per ricevimenti o iniziative cul- turali: Masino, Pralormo, Miradolo, Marchierù a Villafranca Piemonte, Villar Dora, Castellamonte, Castagneto Po e tanti altri ancora.
Anche limitando, però, il raggio d’osservazione a circa di 15/20 chilometri dal centro città, il reticolo castellano è fitto e affascinante. Alcuni edifici sono tuttora in mano privata, spesso aperti al pubblico, altri sono divenuti istituti religiosi, ospizi, municipi. Ve ne sono che conservano un’immagine medievale anche se parecchi sono stati tra- sformati di secolo in secolo, col modificarsi delle esigenze, oppure semplicemente del gusto.
Un itinerario tra i castelli del torinese conduce il visitatore ad affacciarsi sulla storia, attraverso le vicende dei castellani di tempo in tempo succedutisi, sull’arte (per gli affreschi, dipinti, manufatti e arredamenti), architettura (talora scandita da audaci e innovative realizzazioni), sull’araldica, sulla cultura che sprigiona da ogni ambiente e specialmente dalle biblioteche.
Castello del DrossoDrosso, Gorra e Parpaglia. Sarebbe suggestivo un itinerario che avesse quale punto di partenza lo splendido medioevo di fantasia trasmesso dal Castello del Valentino di Torino, sintesi di vari castelli piemontesi e valdostani.
Procedendo dal Valentino verso sud, a Mirafiori, a meno di 9 chilometri dal centro torinese, cominciamo con incontrare il Drosso (nella foto a destra), uno dei più antichi insediamenti castellati del Torinese, pericolante ma ugualmente di straordinario fascino. Ancora 57 anni fa era classificato tra gli edifici «in buono stato».
Basta poco per giungere dal Drosso a Beinasco, col castello, in piazza Vittorio Alfieri, ancora distinguibile per la massiccia mole, per una piccola torre e per parti murarie con bifore che guardano verso il Sangone; conserva ancora un’immagine
medievale solo una sua porta turrita, sull’attua e corso Cavour, aperta ad arco a sesto acuto, con ampie caditoie, un tempo affacciata su un fossato e dotata di ponte levatoio.
 In una dozzina di minuti d’automobile o in poco più di un’ora a piedi, dal Drosso si può raggiungere anche il castello di Nichelino, edificato su un precedente insediamento fortificato nel Settecento; oggi ospita il Comune. A metà strada tra ParpagliaNichelino e Carignano (città ora tralasciata, perché un po’ più lontana dei venti chilometri prefissi, ma che «merita il viaggio» per le sue torri, case forti, palazzi prestigiosi e chiese estremamente originali), s’incontra il castello dei Galli a La Loggia. Nei pressi, alle porte di Carignano, la trecentesca casaforte della Gorra. Poco più in là, sul territorio comunale di Candiolo, si conservano il castello di Parpaglia (nella foto a sinistra) – incantevole seppure affaticato, attorno al quale si accarezzano ambiziosi progetti di restauro. Sempre a Candiolo si possono citare la casa forte della Motta e, nel centro abitato, la torre civica che evoca un pregresso recinto fortificato.
La visita prosegue tra Vinovo e Santena, per rientrare su Torino passando da Cambiano e Trofarello e poi risalendo verso Pavarolo.

Tutte le tappe del tour sono raccontate da Gustavo Mola di Nomaglio sul numero 30 di Torino Storia in edicola dal 15 luglio.