Il traforo ferroviario compirà 150 anni il prossimo mese di settembre. Voluto da Cavour in pieno Risorgimento, fu importantissimo per lo sviluppo di Torino tra Ottocento e Novecento
Entriamo nell’anno del Frejus. Nel 2021 compirà 150 anni il traforo ferroviario dell’alta Valle Susa, inaugurato il 17 settembre 1871. La ricorrenza è di grande importanza per l’Italia e in particolare per Torino, la capitale da cui l’idea del traforo prese le mosse negli anni vorticosi del Risorgimento, anni di grandi visioni politiche, strategiche ed economiche.
Il tunnel sotto le Alpi – progettato quando ancora il Piemonte e la Savoia francese facevano parte dello stesso Regno – vide la luce grazie all’insistenza tenace di Cavour, il primo ministro di Vittorio Emanuele II, nonostante critiche e contrarietà. Lo scavo del traforo durò 13 anni, fra il 1857 e il 1871. I lavori furono approvati dopo un acceso dibattito parlamentare, ma Cavour era così convinto di riuscire a prevalere che, d’accordo con gli ingegneri, fece preparare il cantiere per le prime mine con una settimana d’anticipo rispetto al voto del Parlamento.


Tra i protagonisti della costruzione del traforo furono determinanti gli ingegneri Germain Sommeilller, Sebastiano Grandis e Severino Grattoni, ma anche un doganiere di Bardonecchia, Joseph Medail, che fin dal 1832, aveva proposto una galleria ferroviaria che sbucasse a Modane. Nel 1839, prima che in Italia venisse inaugurata la prima linea ferroviaria, Medail inviò a Re Carlo Alberto un dettagliato progetto, ma morì 5 anni più tardi, prima che l’idea del tunnel prendesse forma.


Il traforo richiese l’impiego di 3000 uomini durante gli inverni e 4000 d’estate. Le vittime degli infortuni furono 48, prezzo allora relativamente basso, pensando che nel traforo del San Gottardo sarebbero morte quasi 200 persone. Il diaframma fra gli scavi opposti cadde il 25 dicembre 1870, alle 4.25 del mattino. Dopo i lavori di rivestimento della galleria e la posa dei binari, l’opera venne inaugurata il 17 settembre 1871 e fu celebrata con enfasi maggiore sul versante piemontese, tanto da “meritare” un monumento, ad opera di Luigi Belli, inaugurato nel centro di piazza Statuto 8 anni più tardi, il 26 ottobre del 1879. Il monumento di piazza Statuto, realizzato con i massi di quarzite provenienti dallo scavo del Frejus, rappresenta il Genio della scienza che vince i bruni Titani della montagna.


L’apertura del tunnel del Frejus, impresa ingenieristica del secolo, permise tra l’altro il passaggio della «Valigia delle Indie», il treno rapido postale da Londra a Brindisi, con imbarco immediato per Bombay e Calcutta.