Archivio Fotografico

Gli Ex Voto della Consolata: Torino allo specchio

Nella grande collezione del santuario, centinaia di piccoli quadri dipinti, donati in segno di ringraziamento, raccontano frammenti di vita quotidiana.

Nel Santuario della Consolata la celebre galleria degli ex voto – piccoli quadretti dipinti, donati al santuario per ringraziare la Madonna dopo una grazia ricevuta – presenta una sorta di storia parallela, fatta di fede, tradizione e attaccamento a un culto che è parte integrante dell’identità torinese. Innumerevoli gli ex voto conservati alla Consolata, un’esposizione di fronte alla quale si ha la sensazione di un mondo che non c’è più, o quanto meno di un mondo che è profondamente cambiato, anche nel modo di porsi al cospetto del divino.

Gli ex voto sono dipinti semplici, quasi sempre amatoriali. Raffigurano il protagonista della grazia ricevuta e l’episodio per il quale egli desidera ringraziare la Madonna: la guarigione da una grave malattia, il superamento di un incidente stradale o sul lavoro, la sopravvivenza in guerra…

L’ex voto più antico risale al XVII secolo, ma il grosso si riferisce al XIX secolo e alla metà del successivo. Rivolgendosi solo alle tavolette, abbiamo modo di trasferirci con la mente in luoghi molto diversi: campi di battaglia, cortili di case coloniche, campi, officine e cantieri, città sotto le bombe e tantissimi letti di ospedali e abitazioni private, ma qualunque sia la scena raffigurata su tutte vi è l’immagine della Consolata, qualche volta tracciata con grafia semplice e un po’ naif, in altre più curata, ma sempre dominante, onnipresente.

Negli ex voto della Consolata – una delle raccolte più importanti d’Italia – si possono accostare eventi di ogni genere: drammi di singole persone, molte rimaste anonime, accanto ad altri di grande importanza per la storia della città, come quella tavola posta da Paolo Sacchi, il cui eroico intervento riuscì a contenere l’incendio scoppiato nella Regia fabbrica di polveri di Borgo Dora, il 26 aprile 1852, in cui comunque persero la vita 26 persone: ma gli effetti sarebbero stati ben più gravi senza il suo coraggio e l’aiuto celeste. Toccanti le tavolette relative a eventi di guerra, con ricostruzioni di campi di battaglia, scene di bombardamenti e altre vicende ambientate nelle due guerre mondiali e in quelle coloniali. In tutti questi casi, l’ex voto è gratulatorio per la protezione ricevuta senza averla richiesta, come per altro si verifica in quegli incidenti in cui la vittima scampa da sicura morte. Si differenzia da quello, per esempio, relativo soprattutto ai casi di sofferenza fisica e di malattia: in queste situazioni il fedele invoca l’aiuto divino al fine di ottenere la guarigione e il miglioramento della propria condizione.

Tra le caratteristiche più importanti dell’ex voto, vi è il forte senso di umiltà tipico della religiosità popolare. Poi, in tempi moderni, l’ex voto è rimasto impigliato nella schizofrenia della cultura, passando da uno stadio in cui era una presenza fondamentale nel circuito devozionale, al suo annullamento perché espressione di una «fede bassa», ma ritrovando poi una falsa rivalsa in un incontrollabile collezionismo privato. Solo la rivalutazione delle sue valenze antropologiche e un’attenta analisi dei problemi di tutela e catalogazione, hanno permesso di inserire l’ex voto all’interno di un processo scientifico destinato a portarne alla luce le sue numerose valenze socio-culturali e non ultime devozionali.


Questo articolo è pubblicato su: