Archivio Fotografico

I teatri scomparsi di Torino Capitale

Balli, feste, farse dialettali, spettacoli di marionette e di maschere. Torino capitale d’Italia pullulava di teatri. La città, limitata a nord dal fiume Dora, a sud non oltre il nascente quartiere di San Salvario lungo la linea ferroviaria per Genova, contava numerose sale, alcune ancora in attività, altre delle quali si intuiscono le forme, altre ancora del tutto scomparse.

Schermata 2018-06-26 alle 00.50.00La mappa che riproduciamo in questo servizio fotografa la situazione due anni dopo l’Unità e un anno prima del drammatico trasferimento del governo a Firenze. Il triennio, insomma, di Torino alla guida del regno unificato. La città contava allora 173mila abitanti (censimento del 1861) ed era in una fase di profonda trasformazione urbanistica con il definitivo abbattimento delle vecchie mura e della Cittadella. La mappa, piena di curiosità su nomi e rete delle strade di allora (ad esempio, non era stata ancora tracciata via Pietro Micca), è costellata di piccoli simboli a ferro di cavallo: ciascuno segnala la presenza un teatro. Ne abbiamo contati quindici. Da altre fonti, sappiamo che esisteva poi una miriade di teatrini minori, talvolta improvvisati, baracche fatiscenti, palcoscenici abusivi rizzati ovunque, anche all’aperto. Più che ripercorrere le storie, ampiamente note, di Regio (1, nella mappa) e Carignano (2), tuttora in attività, sembra dunque interessante riandare alle sale popolari che non ci sono più, cancellate dai bombardamenti e dal mutare del gusto del pubblico.