Ottocento

Il meraviglioso acquedotto di Sangano

Storia e immagini della spettacolare "cattedrale d'acqua" della Val Sangone. Anche da qui proviene l'acqua che disseta Torino.

Un gioiello architettonico si nasconde nel sottosuolo di Sangano, in Val Sangone a pochi chilometri da Torino.
È il serbatoio dell’acqua potabile Smat, un luogo che un paio di volte all’anno viene aperto alle vi- site per la spettacolare bellezza dei suoi pilastri di cemento e delle sue volte, costruite a metà dell’Ottocento creando la meravigliosa sensazione di una «cattedrale sotterranea». L’acqua si accumula nella immensa cisterna, proveniente dalle sorgenti di montagna, e i pilastri ci si specchiano in un magico gioco di riflessi e rimandi geometrici, da lasciare a bocca aperta. È storia di Sangano, ma anche di Torino. Perché il serbatoio venne costruito negli anni Cinquanta dell’Ottocento per rifornire d’acqua la città che si preparava a diventare Capitale d’Italia. Grandi tubature partirono e partono ancor oggi dalla «cattedrale sotterranea» in direzione di Torino, dove continuano a portare l’acqua nelle case dei quartieri occidentali.

Acquedotto di Sangano 1

Il serbatoio di Sangano, posizionato sul confine con Villarbasse, si chiama «Michela». Prende il nome dall’ingegnere Ignazio Michela che nel 1832, su incarico della Regina Maria Cristina, fresca vedova del Re Carlo Felice, cercava una soluzione per dissetare Torino, sempre più popolosa e inquinata. La città contava all’epoca 150 mila abitanti e non disponeva di un vero e proprio acquedotto: faceva affidamento su un sistema di pozzi scavati in città, che era- no sempre più soggetti a contaminazioni. Poiché nemmeno il Po riusciva a offrire garanzie di igiene, divenne necessario cercare l’acqua fuori città.

Acquedotto di Sangano 2

Furono esaminate diverse soluzioni, ma alla fine, quasi 20 anni più tardi, il progetto si concretizzò. Venne scelta la val Sangone per la purezza delle sue acque. I lavori per le gallerie di captazione e per il grande serbatoio si svolsero tra il 1853 e il 1859 utilizzando mattoni, pietre del Sangone e cemento Portland importato direttamente dall’Inghilterra.

A maro 1859 l’acqua della val Sangone giunse finalmente a Torino, alimentando uno zampillo in piazza Carlo Felice. Ancora oggi rifornisce la zona Ovest della città di Torino, con una portata che oscilla tra 380 e 600 litri al secondo.


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