Età Barocca

Il vicolo dove nacque la prima Università torinese

Chi lo immagina il grande umanista e filosofo Erasmo da Rotterdam percorrere venerdì 4 settembre 1506 le severe ma slanciate scale in pietra tutt’ora esistenti nell’attuale condominio di via San Francesco d’Assisi 2? Con quale stato d’animo, con quale incedere, potrebbe aver salito quei gradini massicci, per andare a laurearsi nell’«Aula Magna», dinanzi al collegio dei suoi professori, riuniti al primo piano nobile della «Casa dello Studio Generale» di Torino?
Così era allora denominata la prima Università (la gallery propone una visita virtuale al palazzo) , ospitata dirimpetto alla chiesa di San Rocco, in quello stesso palazzo che ancora ai nostri giorni s’erge altero, appena ingentilito da svolazzi barocchi, senza però far menzione dei suoi prestigiosi trascorsi accademici, ai più ormai ignoti. Anche il Comune, che secoli fa scelse questo stabile come sede dell’Ateneo, fondato nel 1404, con bolla di Papa Benedetto XIII, con il sostegno di Ludovico di Savoia Acaja, non si preoccupa oggi di tramandarli con un’epigrafe. La città dal 1876 celebra la laurea di Erasmo altrove, con una targa nella sede del Rettorato universitario di via Po, dove il più famoso studente di Torino non mise certo mai piede. Perché lo splendido palazzo di via Po, voluto da Re Vittorio Amedeo II di Savoia nel 1712, è il risultato delle creatività congiunte di sommi architetti quali Michelangelo Garove, Filippo Juvarra e Bernardo Antonio Vittone. Erasmo li avrebbe senza dubbio apprezzati, ma per ragioni anagrafiche non ne ebbe il modo. Morì a Basilea il 12 luglio 1536.
Tutto è però ben illustrato nella prima precisa carta topografica di Torino che Giovanni Carracha pubblica nel 1572. Sono ben identificati vie, chiese e palazzi, compreso quello dello «Studio», con il suo grande arco d’ingresso al vicolo degli attigui librai, rimasto quasi intatto ai nostri giorni. E se non basta Carracha ad indicarlo ecco le vecchie planimetrie conservate all’archivio comunale di Torino. Mostrano le botteghe al piano terra, le aule dei «legisti» e degli «artisti» al piano nobile, a fianco dell’Aula Magna della Università che forse accolse Erasmo. Nei piani superiori c’erano appartamenti da affittare a studenti agiati, sotto soffitte abitate da chi non poteva permettersi di più.
Il palazzo, recentemente venduto dal Comune a privati, è diventato uno stabile residenziale, che all’occhio attento rivela però i suoi segreti: le scale interne, portanti, solenni, appaiono ancora identiche a quelle illustrate dalle antiche carte, con le rampe ardite in pietra, sulle quali calcò molto probabilmente il passo altezzoso di Erasmo.

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Un pensiero su “Il vicolo dove nacque la prima Università torinese

  1. Articolo interessantissimo. Quante le sorprese nella nostra bella città! Sarei curioso di capire però chi e come sia stato possibile approvare l’asfaltatura di parte del marciapiede che contorna la casa dove pare abitò Erasmo davanti all’archivio storico in via Barbaroux, quando il resto (come tutto in zona) è lastricato con le lose! Il risultato è terribile! In uno stabile sicuramente “tutelato” hanno permesso una cosa simile? O non se ne sono accorti? (Peggio). Penso a tutti i vincoli, prescrizioni, ecc. ecc. quando si mette mano ad una casa sotto tutela….e poi si vede un abominio del genere?!? Mah!

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