Di tutti gli ambienti di Palazzo Reale, l’Appartamento dei Principi Forestieri, detto anche dei Quadri Moderni, è sicuramente quello più sconosciuto al pubblico. Restaurato nel 1963 in occasione della Mostra del Barocco Piemontese, venne utilizzato per alcuni anni come sede di mostre temporanee e poi chiuso.
Oggi, dopo quattordici anni dall’ultima apertura, l’appartamento si appresta ad accogliere nuovamente i visitatori grazie all’importante contributo della Compagnia di San Paolo volto a restituire al pubblico un’altra importante porzione dei Musei Reali. L’iniziativa risulta ancora più rilevante se si considera che l’appartamento è sempre stato visitabile «a singhiozzo» e in una veste spesso non perfetta. Gli interventi, opera della ditta Doneux di Torino, hanno interessato tutto l’appartamento con una pulitura delle sale e delle relative superfici lignee e marmoree; si è proceduto inoltre ad un riallestimento del mobilio e alla collocazione di alcuni dipinti già parte della collezione della Sabauda
Conserva al suo interno il restaurato affresco del ’700 che celebra le antiche Olimpiadi.
L’origine del nome. È con Carlo Alberto (re di Sardegna dal 1831 al 1849) che la manica degli antichi archivi acquisisce la sua denominazione contemporanea, con quel riferimento ai Quadri Moderni, che va contestualizzato. Fu il sovrano dello Statuto ad ordinare che verranno spostati lì gli antichi dipinti delle collezioni dinastiche conservati in quegli ambienti nella Regia Pinacoteca (oggi Galleria Sabauda). C’era bisogno di spazio per far posto alle opere di artisti contemporanei che celebrassero, nelle loro pitture, fatti e personaggi di storia sabauda, con chiaro intento celebrativo della dinastia.
uccessivamente, queste sale presero il nome di «Principi Forestieri» perché destinate agli ospiti delle famiglie regnanti in visita a Torino. Nella foresteria soggiornò, tra gli altri, Pedro V del Portogallo, venuto a Torino nel 1855.