La prima vittima delle Fosse Ardeatine – il massacro di 335 persone assassinate dai tedeschi avvenuto a Roma nel 1944 – fu un torinese. Si chiamava Arnaldo Finocchiaro, aveva 23 anni, era nato a Torino il 26 luglio 1921. Di professione elettricista, venne arrestato nella capitale il 18 marzo 1944, al quartiere Quarto Miglio, poco distante dall’omonima via quasi all’angolo con la via Appia, dove stava cercando di sabotare le linee telefoniche.
Era stato un militare come tanti fino all’8 settembre 1943, con qualifica di guastatore volontario. Dopo l’Armistizio era entrato nella Resistenza iscrivendosi al Partito Comunista Italiano. Il giorno in cui
lo arrestarono era in tuta di lavoro – come si evince dal verbale di arresto – e stava fingendo di lavorare sulle linee telefoniche che collegavano Roma con la zona di Anzio (dove il 22 gennaio erano sbarcati gli Americani): in realtà stava cercando di tagliarle.
Fu immediatamente portato al comando di polizia tedesca di via Tasso e poi a Regina Coeli, braccio tedesco, cella 248, in attesa di giudizio e a disposizione del Feldgericht (il tribunale militare tedesco) prima di essere preso e fucilato con altri 334 uomini alle Fosse Ardeatine nel pomeriggio del 24 marzo 1944.