Novecento

Le mille vite di Palazzo Nervi, da Italia ’61 al nuovo piano di riqualificazione

18 gennaio 2016. Data importante per il Palzzo del Lavoro: in Sala Rossa arriva la delibera di approvazione definitiva dell’Accordo di Programma che permetterà l’avvio della riqualificazione del Palazzo del Lavoro.
Sul primo numero di Torino Storia, dopo l’incendio del 20 agosto 2015, abbiamo ripecorso la storia del “Gigante” costruito da Pier Luigi Nervi.

IncendioFumo sull’acqua del laghetto di Italia 61, fuoco nel cielo di Torino, con le fiamme che avvolgono i caratteristici pilastri di cemento armato del Palazzo del Lavoro.
Citando liberamente i Deep Purple, era questa l’immagine che si presentava lo scorso 20 agosto su corso Unità d’Italia all’altezza della rotonda Maroncelli. Ultimo di una serie di atti vandalici, l’incendio che ha colpito l’imponente struttura progettata da Pier Luigi Nervi ha avuto il merito di riaccendere prepotentemente i riflettori sul Palazzo del Lavoro. Gigante ferito, abbandonato al saccheggio e all’incuria, per troppo tempo dimenticato, è oggi tornato al centro dell’agenda politica. In un futuro, si spera non troppo lontano (comunque non prima di fine 2016), la struttura che fa capo alla joint venture tra la Cdp immobiliare, società della Cassa Depositi e Prestiti, e la Gefim della famiglia Ponchia, si trasformerà in una piazza commerciale, strutturata su tre piani, con alcune varianti sul progetto che il Comune sta portando avanti dal 2007, in un percorso ad ostacoli costellato dai “no” del Tar prima, del Consiglio di Stato poi.
Le fiamme hanno lasciato il segno sulla facciata annerita e si sono portate via i rifiuti abbandonati in quella che da troppo tempo era utilizzata come una discarica. Destino non nuovo per il capolavoro di Pier Luigi Nervi. Lo stato di abbandono era già denunciato nel giugno del 1997 da una lettrice de La Stampa: “Si trovano cumuli di rifiuti di ogni tipo e questo scempio avviene sotto gli occhi dei vigili urbani, che all’interno del Palazzo hanno proprio una loro sezione”. Roghi e incendi, dolosi e accidentali, hanno scandito la storia pluriennale del Palazzo: uno dei peggiori fu quello dell’ottobre 1981, che distrusse oltre 35 mila volumi, alcuni anche rari, conservati nella biblioteca del Centro internazionale di perfezionamento professionale e tecnico, meglio conosciuto come Bit (Bureau International du Travail). Una delle tante destinazioni della struttura, nei suoi 55 anni di vita.

La nascita e i primi anni gloriosi.
Il Palazzo dell’Esposizione Internazionale del Lavoro fu progettato dall’ingegner Pier Luigi Nervi in occasione delle celebrazioni per il Centenario dell’Unità d’Italia. Realizzato in tempo record (la sua costruzione richiese solo 9 mesi di lavoro), venne presentato alla stampa il 4 maggio 1961 e aprì al pubblico due giorni dopo, in occasione dell’inaugurazione di Italia ’61. Fin da subito fu uno dei monumenti che riscosse maggiori lodi: “Esclamazioni di stupore davanti alla ciclopica mole del Palazzo del Lavoro”, scrivono i giornali dell’epoca.
Elisabetta al Palazzo del LavoroIl 9 maggio vi fece vista anche la Regina Elisabetta: 16 minuti, incastonati in un serrato programma di visite, il tempo necessario per inaugurare il settore inglese alla Mostra del Lavoro e lodare il capolavoro di Nervi: “Rappresenta un secolo di progresso economico italiano, la moderna industria dell’Italia e la promessa di un attivo sviluppo ancora da venire”. I destini dei regali d’Inghilterra e del monumento torinese si incroceranno nuovamente 43 anni dopo, quando nel 2004 il Principe Carlo parteciperà alla prima edizione di Terra Madre.
Il 31 ottobre cala il sipario, con una suggestiva cerimonia di commiato, consumata proprio sotto le volte del Palazzo del Lavoro, che dopo aver ospitato 6 milioni di visitatori e tecnici, funzionari ed esperti provenienti da 21 paesi, torna deserto.
Deserto, ma non senza destinazione: l’idea è quella di ospitare il Bureau International du Travail e il centro di formazione per gli studenti dei paesi in via di sviluppo. L’accordo per la cessione del Palazzo si firma, tra Bit e Comune, nel luglio 1964 e poco più di un anno dopo, col discorso inaugurale del direttore Paul Bacon, vengono avviati i primi corsi del Centro Internazionale di Perfezionamento Tecnico e Professionale istituito dal Bit.

Gli anni Settanta: tra fiere, feste e uffici.
Dall’alta moda alla tecnologia, dai vini allo sport, fino alla festa scudetto del Torino di Pulici e Graziani. Negli anni Settanta il Palazzo del Lavoro, grazie alle sue dimensioni e alla sua struttura duttile viene impiegato per svariati utilizzi, per lo più a scopo fieristico. E sul finire del decennio ospiterà anche un esemplare di piccolo mammut preistorico.
Nell’autunno del 1970, il Palazzo del Lavoro inaugura la sua nuova stagione espositiva. “Moda Selezione” propone le anticipazioni sulla moda dell’estate 1971: dominano il gusto per l’esotico, con mantelli nordafricani e kimoni e, tra le più giovani, la minigonna va in soffitta, sostituita dagli shorts. A metà del decennio prendono anche il via le Fiere stagionali, che attirano a Palazzo del Lavoro migliaia di visitatori.
Festa scudettoIl 15 giugno 1976, i 16 pilastri alti 25 metri, sono testimoni silenziosi della festa Scudetto del Torino di Pianelli. Una cena gigante, con quasi 1.500 invitati e centinaia di tavole imbandite. La serata si apre alle 21 sulle note di Glenn Miller, non mancano i discorsi di rito, tra cui quello di Walter Chiari, legato da antichi intrecci sentimentali al Torino. Poi spazio ai festeggiamenti e alle danze, con due orchestre, una di Rocky Roberts per i balli moderni, l’altra per i liscio.
Tra la rassegna dedicata alla Tecnodidattica, Vinincontri e Miniera in Mostra, in calendario nella seconda metà degli anni Settanta, spicca la grande rassegna dedicata alla Siberia, che nell’autunno del 1979 ha portato a Palazzo Nervi il piccolo mammut emerso durante gli scavi condotti il 24 giugno 1977 nella zona Susmanov, nella regione Magadan.
Sul finire del 1977 infine, la Regione Piemonte, dopo aver già messo un primo piede nella struttura, col corso per operatori addetti alle macchine utensili a controllo numerico, manifesta la volontà di rilevare le parti del palazzo non occupate dal Bit. Bit che nel frattempo inizia a defilarsi, pronto a spostarsi dall’altro lato di corso Unità d’Italia, lungo le rive del Po, durante Italia 61 sede della Mostra delle Regioni.

Gli anni Ottanta: la staffetta tra Bit ed Economia.
Nel 1983 il Bit lascia Palazzo del Lavoro e dello stesso anno è l’annuncio che gli studenti della facoltà di Economia e Commercio troveranno posto nel palazzo di via Ventimgilia, in attesa del trasferimento in corso Unione Sovietica, nella struttura dei Poveri Vecchi.
Dopo la moda, entrano anche i veicoli a motori a Palazzo Nervi, tra fine anni Settanta e inizio anni Ottanta, col Salone Internazionale del Veicolo Industriale e Commerciale, e nel 1984 con l’Automoda Show, mercatone dedicato alle automobili, motociclette, biciclette e veicoli nautici usati.

Gli anni Novanta: sport, musica, preghiera e veglioni.
Ci vogliono i grandi eventi per dare al Palazzo del Lavoro il lustro che merita. In occasione dei Mondiali di calcio di Italia 90, 12 mila, dei 25 mila metri quadrati della struttura, tornano a pulsare grazie a “Sport & Dintorni – Festival dello Sport Spettacolo – 1^ Rassegna di abbigliamento, attrezzatura e servizi per lo sport, il turismo e il tempo libero”. L’area esterna ospita le dimostrazioni sportive: l’Acapulco Show regala le emozioni dei tuffi spettacolari da 30 metri della squadra californiana Master Diving; nell’Oasi della neve spazio alle esibizioni di sci acrobatico; e poi ancora la Bici Island, lo skate park e l’area dei trampolini elastici. All’interno si disputano minitornei di beach volley, esibizioni di freeclimbing e sfide di boxe. A completare il tutto i “dintorni”, con serate di musica e cabaret.
È verso la metà della decade che si vivono gli anni più intensi. Il 31 dicembre 1994 si accoglie il nuovo anno col Veglionissimo che vede sul palco Little Tony e l’animazione delle ballerine brasiliane del Copacabana. L’autore di Cuore Matto tornerà per il Capodanno 1996, in una serata che prometteva anche karaoke e maxitombolata.
Nel gennaio 1995 il Palazzo del Lavoro si trasforma in un “gioioso paese dei balocchi riscaldato” ospitando il Luna Park di Carnevale. E durante l’estate dello stesso anno sarà fulcro di feste, con una resident band di musicisti peruviani.
Sabato 9 settembre 1995 una serata musicale si trasforma in fatto di cronaca. Il celebre dj torinese Gigi D’Agostino organizza nei suggestivi spazi disegnati da Nervi la serata “Le Voyage in fiera”, una festa per 5 mila persone, che avrebbe dovuto proseguire fino alle prime luci della domenica mattina. Così almeno nelle intenzioni degli organizzatori. Verso mezzanotte, mentre gran parte dei partecipanti stava ancora affluendo verso il locale, la polizia ha comunicato all’organizzazione che la festa avrebbe dovuto concludersi alle 2 e che la capienza massima del Palazzo era di 2800 persone. Gli esclusi non l’hanno presa bene: prima premono sui cancelli per cercare di entrare, poi iniziano gli scontri con le forze dell’ordine, che sfociano in una vera e propria guerriglia urbana, con lancio di sassi e vetrine infrante, lungo via Ventimiglia. Solo verso le 4 del mattino torna a regnare la calma. Con una nota polemica, Gigi D’Agostino commenterà così l’accaduto: “Non ce l’ho tanto con le forze dell’ordine, quanto con gli altri locali, che temono il nostro successo”.
Struttura dalle molte anime, Palazzo del Lavoro passa con disinvoltura da location per un after hour a luogo di preghiera. Nel febbraio 1996 viene scelto per ospitare la preghiera di fine Ramadan, che raccoglierà oltre 2 mila persone. Saranno più di 3 mila nel 1999 e 5 mila nel 2002.
Quasi fosse la zucca di Cenerentola, altro colpo di bacchetta magica e nel febbraio del 1999 arrivano 20 mila visitatori per il Salone dell’Erotismo, chiuso da Tinto Brass; nel novembre dello stesso anno si svolge la prima delle due edizioni di Artissima, che omaggerà la struttura con una mostra tematica, dedicata a Pier Luigi Nervi, uno dei protagonisti del rinnovamento architettonico italiano del dopoguerra.

Il duemila: gli ultimi botti e l’abbandono.
Il nuovo millennio si apre con un ambizioso progetto per Palazzo del Lavoro, subito abortito. La Provincia annuncia l’intenzione di creare uno Science Center, sul modello di quelli di Milano, Trieste e Napoli. Si avanza anche l’ipotesi di utilizzare le pareti esterne del palazzo per installare pannelli fotovoltaici e si parla di trasferirvi un pezzo dell’Università. L’unica certezza è che nel 2002 è stato sede degli addetti al censimento.
Terra Madre Palazzo del LavoroDue anni dopo sarà il teatro della prima, grandiosa edizione di Terra Madre, rete mondiale delle comunità dell’alimentazione, ideata da Carlin Petrini. Per l’occasione, rinverdendo i fasti di Italia ’61, il Palazzo del Lavoro ha ospitato 5 mila persone provenienti da 130 paesi diversi e nell’ultima giornata della kermesse ha accolto il discorso del Principe Carlo d’Inghilterra, attivo partecipante alla quattro giorni di lavori.
Nel 2007 Cdp immobiliare e Gefim acquistano il palazzo dal Demanio e nel 2011, in occasione del cinquantesimo compleanno, viene vincolato dalla Soprintendenza alle Belle Arti. Nello stesso anno, ormai fatiscente, con le facciate segnate dall’impietoso scorrere del tempo, per celebrare il Centocinquantenario dell’Unità d’Italia, la sua struttura esterna fu ricoperta da teli tricolori celebrativi.
Quando ormai sembrava che il gigante di cemento e acciaio le avesse viste davvero tutte, in questi ultimi anni di abbandono della struttura, va ancora registrata una delle vicende più surreali, che ne hanno scandito la storia pluriennale. Dallo studio Rolla, che ha firmato il progetto di trasformazione del Palazzo del Lavoro, raccontano di un africano che si spacciava per proprietario dell’immobile e affittava la struttura per matrimoni, celebrati da un santone. Durante un sopralluogo notturno, hanno trovato 25 coppie pronte a convolare a nozze sotto le raggiere di travi in acciaio dal diametro di 38 metri progettate da Nervi, che nel 1961 strapparono commenti entusiasti ai visitatori provenienti da ogni parte del mondo.

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