Le immagini di Palmira, antichissima sede del regno di Zenobia, regina del secondo secolo, hanno fatto il giro del mondo fino all’anno scorso, quando le rovine dei templi, delle terme, dei grandi edifici pubblici dell’antica città in territorio siriano vennero minacciate e parzialmente distrutte dalla furia iconoclasta dell’autoproclamato Stato islamico.
In pochi sanno, però, che un’accurata descrizione delle rovine di Palmira si trova a Torino, in via Maria Vittoria, nella sede dell’Accademia delle Scienze. Più precisamente le immagini tratteggiate a china dell’antica città, si trovano in una ventina di fogli del Fondo Vidua dell’Accademia.
A redigere il manoscritto, un taccuino da viaggio fitto di note e schizzi raccolti nel 1820, fu appunto il casalese Carlo Vidua (1785-1830), conte di Conzano, instancabile viaggiatore che prima della prematura scomparsa in un’isoletta indonesiana si spinse sino in Lapponia e nella Nubia, incontrò lo zar di Russia e quattro presidenti statunitensi e visitò il Medio Oriente e l’Egitto, dove il suo incontro con Bernardino Drovetti fu decisivo per il successivo acquisto da parte dei Savoia della collezione che doveva dar vita al Museo Egizio di Torino.
Quelle riprodotte in queste gallery sono immagini molto rare, in esclusiva, una sorta di anticipazione del Fondo stesso, poiché l’Accademia delle Scienze ha in progetto di pubblicare nei prossimi mesi i taccuini di viaggio di Vidua in Oriente (in particolare quelli su Damasco, Palmira, Gerasa, Libano ed Egitto) a cura del professor Antonio Invernizzi e dell’egittologo Alessandro Roccati.