Novecento

Piazza Cln, il famigerato albergo delle S.S.

Neppure una lapide ricorda la sede della polizia di sicurezza tedesca, presso l'Albergo Nazionale, che tu teatro di torture efferate tra il 1943 e il 1945

Ben difficilmente le migliaia di persone che ogni giorno attraversano piazza Cln riescono ad immaginare questo stesso luogo ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, irto di reticolati, difeso da postazioni di sacchetti di sabbia, presidiato da uomini in armi, come fu tra il settembre 1943 e l’aprile 1945. Lo sguardo dei passanti, trascorse tre generazioni, si concentra sui negozi di abbigliamento e su un grande emporio di musica e libri, ignaro del fatto che questa piazza, in tempo di guerra, era sede della famigerate SS tedesche. Nessun segno, neppure una lapide è stata posta per ricordare questo tragico passato. Oggi la piazzetta è intitolata al Comitato di Liberazione Nazionale (Cln).
Negli anni di cui stiamo parlando non aveva denominazione – se non «piazza delle due chiese», poi «delle due fontane» – poiché i numeri civici erano in prosecuzione di via Roma.

Ebbene, al numero 254 della piazzetta era collocato l’Albergo (inizialmente Pensione) Nazionale, sede della polizia di sicurezza tedesca Sicherheitspolizei-Sicherheitsdienst, le SS. Nel 1943, quando venne requisito dai tedeschi, l’Albergo era uscito indenne dai bombardamenti che avevano bersagliato la città e la zona di via Roma dal 1940, soprattutto nel novembre 1942 e nel luglio 1943. L’armistizio dell’8 settembre 1943 sancì la resa incondizionata dell’Italia, seguita dalla dura reazione dell’ex alleato tedesco che procedette all’occupazione militare del territorio.

Il 17 settembre 1943 giunse a Torino da Innsbruk il tenente delle SS Alois Schmid, austriaco nato nel 1894, fino a pochi giorni prima commissario di polizia in quella città. Aveva il compito di assumere il comando del distaccamento della Sicherheit-
spolizei-Sicherheitsdienst (SiPo-SD), la polizia di sicurezza tedesca creata nel 1936 da Heinrich Himmler con la funzione di controllare e arrestare oppositori ed ebrei.
Dopo un breve soggiorno all’Albergo Imperia di via XX settembre, il 26 settembre il tenente – poco tempo dopo promosso al grado di capitano – stabilì il suo comando all’Albergo Nazionale.

L’albergo requisito dai tedeschi divenne tristemente noto come luogo dove avvenivano sevizie efferate, dalle percosse alle torture più pesanti, a seconda della posizione ritenuta più o meno compromessa dell’arrestato, come risulta dai ricordi di molti testimoni. L’edificio, accanto agli uffici e alle stanze adibite agli interrogatori, ospitava la mensa e gli alloggi per il personale. Vi operarono un’ottantina di militari tedeschi, con un piccolo gruppo di militi della Repubblica sociale.

Abbandonato dai tedeschi in seguito alla fine della guerra, l’Albergo Nazionale tornò ad ospitare i viaggiatori dopo il conflitto e fino alla chiusura, avvenuta nel 2008. In seguito l’edificio venne profondamente ristrutturato e trasformato in palazzo residenziale.

 


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