Ottocento

Piazza Maria Teresa, il salotto di Torino

Luogo pubblico - ma di privati affari - nel quartiere dell'arrembante borghesia ottocentesca. Qui i nuovi ricchi costruirono le loro residenze: tra di queste un giovane Antonelli progettava uno dei suoi palazzi meno noti

Tra le piazze di Torino, piazza Maria Teresa è quella che ricorda più apertamente atmosfere parigine, con gli eleganti palazzi che circondano il verdissimo giardino. Questa “allure” non è casuale, perché la piazza, situata al centro del quartiere post-napoleonico che va da corso Vittorio ai residui delle vecchie mura, rappresenta la traduzione architettonica dell’ascesa della nuova classe dominante: la borghesia.

I nuovi borghesi erano soprattutto tessitori, trasformatisi col tempo in banchieri, assicuratori, finanzieri. Tra di loro Severino Baricalla e Giuseppe Ponzio Vaglia, committenti dei due palazzi ottocenteschi tra i più notevoli della piazza (il secondo dei quali opera poco nota di un giovane Alessandro Antonelli9. Piazza che fu realizzata nel contesto del Giardino dei Ripari, un ampio inserto verde che, seguendo la sagoma dei vecchi «baluardi di mezzogiorno», si snodava da via Carlo Alberto fino appunto a piazza Maria Teresa, componendo una consistente in- filata di «stanze» a cielo aperto delimitate da filari arborei e punteggiate da piccole attrezzature di loisir.

Il Giardino dei Ripari venne smembrato ai primi del Novecento, assediato dalla speculazione edilizia. Piazzetta Maria Teresa, che già nel 1872 aveva acquisito autonomia dal resto del complesso, è tra le poche tracce rimaste di quella spina verde, assieme all’Aiuola Balbo e ai Giardini Cavour. L’aspetto è ancora oggi quello della piazza-giardino, così come fu concepita nell’Ottocento per accompagnare le mutazioni sociali dell’epoca: non più un luogo di magniloquenza intorno al quale si organizzava il tessuto urbano ma una pausa discreta e gentile tra le case.

Tranquilla e confortevole come un salotto.

Fotografie di: Renzo Bussio


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