Medio Evo

Quando i trombettieri annunciavano San Giovanni

La festa patronale di Torino nel medioevo, la sua cancellazione nell’Ottocento anticlericale, la sua ripresa nel 1973 grazie alla passione della «Famija Turineisa»

Da due anni la pandemia boicotta i festeggiamenti di San Giovanni Battista, patrono di Torino. Ma l’appuntamento del 24 giugno resta una data centrale nel calendario della città: ricorrenza cristiana e civile con radici antichissime, addirittura precristiane.

Se per la Chiesa Cattolica la festa di San Giovanni ricorda la nascita del Battista, avvenuta secondo la tradizione circa 6 mesi prima di quella di Gesù,  la celebrazione cristiana si inserisci su una festa di origine pagana che celebrava il solstizio d’estate, il momento dell’anno in cui la lunghezza del giorno è al culmine e inizia progressivamente a ridursi. Proprio per esorcizzare la paura del cambiamento già anticamente si accendevano fuochi e si compivano riti.

Pur in mancanza di testimonianze certe, è quasi certo che Torino inaugurò la devozione a Giovanni Battista in tempi molto antichi, innestando la festa cristiana nel giorno della più antica ricorrenza pagana. A partire dal 1325 i Libri Consiliorum, ossia i verbali delle decisioni degli organi amministrativi di Torino, raccontano qualche dettaglio sulla preparazione della festa. C’erano trombettieri e tamburini, vestiti «de una tunica et uno cappucio» e preoccupazione ricorrente era quella di ordinare ai proprietari degli edifici che si affacciavano sulle vie principali di procedere ad una rigorosa pulizia del manto stradale. Torino, all’epoca, era un grosso borgo agricolo e gli animali scorrazzavano liberamente nelle strade.

 

Per quel poco che i verbali fanno sapere, la festa contemplava due momenti: uno religioso e uno profano. Del momento religioso si sa qualcosa di più. Sappiamo, ad esempio, che le famiglie aristocratiche, i maggiorenti della Città, erano tenute – a turno – a procurare i ceri che venivano portati in processione sino alla chiesa di San Giovanni, per essere destinati alle cerimonie che lì si svolgevano. Meno si sa sui festeggiamente civili, tranne che portavano qualche grattacapo di sicurezza, dato che durante la notte molte persone, spesso ubriache, transitavano per le strade, cosa anomala in una città di solito completamente buia e silenziosa nelle ore notturne. Di certo nella seconda metà del Quattrocento in occasione della festa si svolgevano palii e giostre.

Dalla fine del XV secolo i festeggiamenti divennero simili agli attuali (Messa in cattedrale e festa per le strade), ma la tradizione della festa civile si interruppe bruscamente nel 1853, in piena tensione tra Stato e Chiesa, per riprendere solo più di un secolo dopo, nel 1873, su iniziativa della Famija Torineisa.


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