Vana sarebbe la ricerca del visitatore che volesse scorgere nelle architetture, nelle geometrie e nelle decorazioni del castello di Racconigi la mano del grande architetto Juvarra. L’eccezione rispetto ad altre, forse più note e pubblicizzate, residenze sabaude è ancor di più da notare se si pensa che proprio Racconigi racchiude in sé un catalogo dei massimi architetti – le allora «archistar» – che lavorarono alla Corte dei Savoia: Guarino Guarini, Giovanni Battista Borra, Ernst Melano impegnati in diverse epoche a costruire quella che sarebbe diventata la residenza di villeggiatura prediletta della Casa regnante.
Nacque come avamposto fortificato, poi divenne palazzo principesco, infine sede prediletta degli svaghi estivi di casa Savoia. Residenza (mai amata) di Paolina Borghese, sorella di Napoleone. A inizio Novecento i Savoia lo inclusero tra i beni privati della famiglia reale.
Tre numeri per raccontare la residenza di Racconigi:
4670: i volumi della biblioteca del re ancora conservati nella Residenza, dietro la Sala del Ricevimento.
1980: l’anno in cui lo Stato italiano acquista dai Savoia il Castello, di cui era stata riconosciuta la proprietà alle principesse figlie di Umberto II.
1200 metri quadrati era l’estensione dell’originario parco della Residenza, in stile francese, che poi lasciò il posto all’allestimento inglese e infine romantico.
Il resto delal storia lo raccontano Michele Ferraro e Luca Piovano su TorinoStoria numero 30, in edicola dal 15 luglio.