Tracce di rotaie affogate nell’asfalto, vecchi cancelli arrugginiti parlano di un’epoca in cui ogni grande fabbrica torinese aveva il suo raccordo di collegamento con la ferrovia. Ecco quel che rimane della rete capillare di binari al servizio delle industrie.

Dalla metà del XIX secolo e fino al primo dopoguerra, la ferrovia fu l’unico sistema di trasporto in grado di soddisfare le esigenze dell’industrializzazione: consentiva l’alimentazione di magazzini, mercati, fabbriche, opifici, centrali di produzione di energia; rendeva possibile l’esportazione dei prodotti. Torino, in quanto città sede di grandi industrie, contava decine di raccordi tra la linea ferroviaria su cui transitavano tutti i convogli (merci o passeggeri) e gli stabilimenti produttivi. Il carro ferroviario arrivava, così, a «casa» dell’industria, eliminando il trasbordo delle merci fra mezzi di trasporto differenti. Tracce di questi collegamenti con le linee ferroviarie per Milano o Genova, sono ancora visibili (o lo erano fino a pochissimi anni fa) nell’asfalto delle strade, oppure delle vecchie deviazioni è rimasto un cancello per l’accesso dei convogli all’area industriale, o anche un indizio nei particolari di un isolato.