Ottocento

Solferino e Statuto, le piazze monumentali di Torino

A metà dell'Ottocento sui resti della Cittadella prendono forma le due piazze più contestate dai critici: "eccessive", "fuori scala" rispetto alle sobrie architetture torinesi. Eppure su di esse si affacciano gli edifici della nuova Torino post napoleonica e oggi sarebbe difficile immaginare la città senza questi spazi.

A volte, gli spazi urbani, come i film, hanno un buon successo di pubblico ma non di critica. È il caso delle ultime due piazze ottocentesche di Torino: piazza Statuto e piazza Solferino, spazi a cui i torinesi sono discretamente affezionati mentre i critici e gli storici dell’architettura faticano a parlarne bene. Ma siccome l’estetica non è l’unico parametro per valutare la città e il costruito, vale la pena di fare uno sforzo per comprenderne la storia e spiegarne le forme.

L’idea di espandere l’abitato anche verso ovest fino all’inizio del «viale di Rivoli», oggi corso Francia, risale ai tempi napoleonici, quando si cominciò a riflettere su una città ormai senza mura. Si susseguirono diverse proposte per collegare il prolungamento di via Dora Grossa (oggi via Garibaldi) con corso Francia, principale asse viario extraurbano. Il problema era che quell’area era occupata in gran parte da strutture militari non più in uso ma non per questo meno ingombranti.
Si passò dalle parole ai fatti quando, nel 1856, venne abbattuta la Cittadella lasciando in piedi solo il “Maschio” che oggi ospita il Museo d’Artiglieria.

Piazza Statuto

Il progetto definitivo di piazza Statuto, però, arriverà solo nel 1863 ad opera di Giuseppe Bollati: nelle intenzioni del progettista la nuova piazza avrebbe dovuto ospitare abitazioni di pregio per funzionari e burocrati che gravitavano attorno alla città dopo il raggiungimento dell’Unità nazionale, ma prima ancora che il cantiere venisse terminato la capitale era già stata trasferita a Firenze. Il progetto trionfalistico della piazza perdeva parte del suo senso, anche se, pochi anni dopo, venne comunque completato con il giardino centrale dove nel 1879 venne inaugurato il monumento dedicato al Traforo del Fréjus.

Piazza Solferino e la fontana “Angelica”

Piazza Solferino rappresenta invece il raccordo tra la città antica e i nuovi quartieri, in un’area a est della vecchia fortezza, occupata dal “mercato del bosco, paglia e fieno”. Il primo edificio ad essere costruito fu il Teatro Alfieri (Lorenzo e Barnaba Panizza, 1855), inizialmente pensato come circo equestre stabile, più volte bruciato e ricostruito. Nella seconda metà dell’Ottocento si costruirono molti altri edifici, ma, complici i bombardamenti, la piazza continuò a mutare fino agli anni Cinquanta. Il marchio di fabbrica della piazza è però la fontana “Angelica” (dal nome della madre di chi la donò, l’ex ministro Bajnotti), che venne costruita tra il 1921 e il 1930 su progetto di Giovanni Riva, all’epoca giovane e promettente scultore.

Fotografie di: Renzo Bussio


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