Circa 200 metri di tunnel legati all’antica cittadella militare sono intatti e perfettamente conservati davanti alla stazione di Porta Susa, ma non si possono visitare. Riapparvero nel 1999 durante gli scavi del parcheggio. Oggi le gallerie sono inaccessibili, ma la Direzione del Museo Pietro Micca sta studiando soluzioni che permettano l’allacciamento al percorso museale e l’apertura al pubblico.
Corre sotto corso Bolzano, nei pressi di via Fratelli Ruffini, una rete di gallerie settecentesche (200 metri di sviluppo) delle quali i torinesi hanno dimenticato l’esistenza. Come le vicine gallerie del Museo Pietro Micca fanno parte delle opere militari collegate all’antica Cittadella e sono perfettamente conservate, ma anche prive di accesso, al di fuori di un passaggio angusto, praticato soltanto dagli archeologi.
Non si possono visitare. Se ne stanno silenziose e inaccessibili sotto le auto che sfilano in corso Bolzano, a pochi metri dai marciapiedi di Porta Susa con il via vai di pendolari inconsapevoli del segreto custodito dal sottosuolo.
Le gallerie riemersero nel 1999, quando in corso Bolzano si stavano realizzando gli scavi per il parcheggio interrato davanti a Porta Susa. Una piccola perforazione esplorativa, venne eseguita fino a 12 metri di profondità (3 sotto il fondo del parcheggio) mettendo in luce un tratto della volta in mattoni di una galleria risalente al 1705, una di quelle gallerie che l’esercito sabaudo aveva scavato attorno a Torino per combattere gli eserciti aggressori dal sottosuolo, con l’esplosione di mine. Dopo il ritrovamento gli archeologi praticarono un varco per penetrare nello spazio sotterraneo; si trovarono nei tunnel di cui stiamo parlando, in eccellente stato di conservazione e integralmente salvaguardati.
L’importanza della scoperta risiede nel fatto che rappresenta un caso unico: le gallerie di corso Bolzano sono l’unico segmento riportato alla luce fino ad oggi dei quattro sistemi di «contromina» nelle piazze d’armi del cammino coperto della Cittadella.