Come documentano le immagini che abbiamo scattato e fine settembre, il complesso è monumentale ma versa in stato di abbandono dagli anni Cinquanta del Novecento, «condannato a morte» da un Piano Regolatore che nel 1959, non riconoscendone il valore, destinò tutta l’area alle attività industriali. Dopo anni di degrado un’associazione sta accarezzando il sogno di ristrutturarlo.
Leggi il racconto di Paolo Patrito.