La mostra scientifica interattiva debuttò a Villa Gualino nel 1985, ebbe più di 2 milioni di visitatori in vent'anni, mancò purtroppo l'obiettivo di trasformarsi in museo permanente
Nel 2006, anno segnato dalle Olimpiadi invernali, chiudeva i battenti l’ultima edizione di Experimenta, la mostra scientifica divulgativa che aveva accompagnato le estati dei torinesi a partire dal 1985.
La prima edizione e quelle immediatamente successive si tenevano nel parco di villa Gualino, dove ogni estate venivano montate caratteristiche tensostrutture a forma di “cappello di suora”. Experimenta nacque da un’idea in seno a Radio Flash, storica emittente radiofonica torinese attiva anche nell’organizzazione di grandi concerti e in attività culturali anche estranee all’ambito musicale. L’ispirazione, però, veniva da oltreoceano, in particolare da un viaggio compiuto in USA da Pino Zappalà (tra l’altro autore dell’articolo che ricostruisce tutta la vicenda, pubblicato sul n. 49 di Torino Storia, maggio 2020). Qui – correva l’anno 1984 – Zappalà conobbe Frank Oppenheimer, visionario fondatore e direttore dell’Exploratorium di San Francisco, allora uno dei musei scientifici più avanzati al mondo. L’anno dopo Experimenta era una realtà, anche grazie all’intervento delle istituzioni e al coinvolgimento di personaggi illustri della cultura cittadina come Tullio Regge, che fu per molti anni presidente del comitato scientifico.
Experimenta ebbe un successo immediato (130 mila visitatori nel corso della prima edizione) perché permetteva ai visitatori di toccare con mano la scienza grazie a esperimenti interattivi e divertenti. Chi l’ha frequentata, ricorda attrazioni diventate celebri, come la bici sospesa sul filo, il tubo dell’eco, la stanza di Ames, dove per un inganno percettivo i piccini diventano grandi e gli adulti appaiono alti come bambini, e il Rotor, il grande cilindro rotante con il pavimento che si abbassa, mantenendo i visitatori vincolati alla parete per l’azione della forza d’inerzia.
Experimenta conobbe varie formule e diverse location, diede vita al progetto invernale dei Giovedì Scienza (che prosegue tuttora) e, nei suoi 20 anni di vita, totalizzò più di 2 milioni di visitatori.
Fotografie di: Sergio Prisco e Michele Rubino