Camminavano per le vie di Torino Alessandra, Giuditta e Caterinetta, forse sotto la pioggia con «le suole a far cik ciak» come cantavano nel 1941, o ammirando qualche «tulipan» nelle aiuole del centro prima di portarlo al microfono e venderne trecentocinquantamila dischi in un anno.
Sicuramente attiravano sguardi e commenti di giovani appassionati dello swing, della loro grazia e del ritmo delle loro canzoni. Le voci delle sorelle olandesi Leschan, diventate a Torino Il Trio Lescano, dagli studi dell’Eiar di via Verdi 14 (Ente italiano per le audizioni radiofoniche, l’antesignano della Rai) raggiunsero tutta la penisola, dando vita ad un fenomeno pop la cui eco è viva ancora oggi: a partire dal 1936 in soli sei anni e mezzo di attività incisero gli oltre 346 motivi che oggi conosciamo di loro, fino al fatidico 8 dicembre del 1942, quando un bombardamento aereo inglese distrusse gli studi di registrazione e con essi moltissimi nastri incisi, certamente anche da loro.
L’arrivo a Torino. Dobbiamo esclusivamente ad Enrico Portino, cioè ad un’ex membro delle famigerate squadracce fasciste, se le sorelle Lescano giunsero in Italia e si trasferirono a Torino. Torinese, Enrico Bartolomeo Dalvaggo [sic] Francesco Portino (1881-1936), fondatore del Fascio di Biella, poco prima che Mussolini, nel gennaio 1923, sciogliesse le squadracce nere per convogliarle nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, s’imbarcò per New York deciso a immigrare negli Stati Uniti. Risultando in soprannumero fu però costretto a rientrare in patria. Negli anni tra il 1927 e il 1930 Portino si recò più volte in Sudamerica, per probabili ragioni commerciali: forse aveva già concepito l’idea di farsi impresario teatrale, o forse essa gli venne quando, nel marzo del 1929, imbarcatosi sul traghetto «Conte Verde» diretto a Buenos Aires, conobbe l’ebrea olandese Eva de Leeuwe e le sue due prime figlie, Alexandra e Judik Leschan, danzatrici acrobatiche nella troupe Ballet Dickson di Simon Dekker-Dickson.
Si deve credere che tra lui ed Eva fu subito amore: quest’ultima era separata da due anni da Alexander Leschan, acrobata trapezista, poi presentatore e clown col nome di August Sandro, al quale aveva dato quattro figli: Alexandra (1910), Judik (’13), Catharina Matje (’19) ed Alexander jr (1924, morto all’età di pochi mesi); Portino divenne quasi subito il manager delle due ragazze, dapprima come Sunday Girls (1930-33), poi in esclusiva come Sunday Sisters (1934-35). Nel 1935, dopo una lunga faticosa tournée che le aveva viste esibirsi quasi ininterrottamente prima in Egitto, Siria e Libano e poi in varie nazioni europee, Portino, Eva e le sue due figlie lasciarono Varsavia e si trasferirono a Torino. Portino era probabilmente già affaticato (sarebbe morto all’improvviso nel dicembre ’36) e le sue due giovani stelle, stufe di quel treno di vita, cercavano modi più tranquilli per sbarcare il lunario.
Nella città della Mole, le prime trasmissioni radiofoniche dell’allora Uri vennero effettuate nel 1926 nell’auditorium del negozio di strumenti musicali Chiappo (rimase aperto fino al 1999), in piazza Vittorio Veneto angolo via Bonafous; e fu proprio lì che un giorno del 1935 Alexandra e Judik da poco giunte in città, pensando di variare il loro repertorio artistico inserendo dei numeri esclusivamente musicali, conobbero con Eva il maestro Carlo Alberto Prato (1909-49), uno dei responsabili dei programmi musicali dell’Eiar. Il maestro, dopo averle ascoltate cantare, si convinse del loro talento come cantanti e, appreso dell’esistenza d’una terza e più giovane sorella che viveva in Olanda, suggerì alla madre di andarla a prendere: il suo intento era infatti quello di formare un trio canoro femminile sull’esempio delle statunitensi Boswell Sisters. Quando Catharina raggiunse Torino, Prato sottopose le tre sorelle a intense lezioni di musica, che duravano non meno di dieci ore al giorno, inclusi i giorni festivi: e in pochi mesi portò le giovani Leschan, che non leggevano né mai lessero il pentagramma, a un tale grado di bravura da potersi «auto-armonizzare», come in un’intervista radiofonica ricordò il maestro Cinico Angelini. Il resto è storia nota.
I luoghi torinesi del Trio. Le Lescano vissero a Torino, che preferirono sempre ad ogni altra città d’Italia, fino al 1948 (Alessandra e Giuditta) e al ’55 (Caterinetta), prodigandosi con l’Eiar, durante la guerra, in esibizioni gratuite a pro di feriti, mutilati e vedove del conflitto. Ancora oggi, insospettabili luoghi torinesi ci ricordano il Trio. Innanzitutto le case in cui abitarono: in via Lanfranchi 24 dove vissero nei primi tempi del loro arrivo a Torino, tra una data ancora imprecisata del 1935 e i primi mesi del ’37, successivi alla morte di Portino. Poi piazza Vittorio Veneto 23 dai primi mesi del 1937 al settembre ’40 (un alloggio con caminetto davanti al quale le tre sorelle si fecero fotografare in una delle poche immagini private che ci sono rimaste di loro).
Dal 26 settembre 1940 Eva e le figlie abitarono l’appartamento del terzo e ultimo piano nella scala di via Artisti 26 (una targa posta il 14 ottobre 2016 ricorda la loro permanenza); l’alloggio adiacente sul pianerottolo era occupato dal maestro Carlo Alberto Prato e dalla moglie Giuseppina. Nei momenti più cupi della guerra, verso il dicembre ’43, Alessandra, Giuditta e Caterinetta lasciarono alla chetichella il domicilio per rifugiarsi a Gallenca, frazione di Valperga Canavese, dove la loro madre si trovava già da mesi in incognito. Infine, dal 15 ottobre 1945 Eva e le figlie occuparono stabilmente un mini-
appartamento al terzo piano del palazzo di via Cesare Battisti 3, all’interno della pensione per artisti gestita dalla famiglia Martellacci, che accoglieva cantanti lirici e divi dello spettacolo come la coppia Achille Togliani e Vera Rol, il Duo Fasano, Wanda Osiris, Dapporto, Nino Taranto, Walter Chiari e Renato Rascel.
Queste ed altre poche testimonianze sulla presenza del Trio a Torino sono raccolte oggi con precisione dal sito internet Ricordando il Trio Lescano curato da Angelo Zaniol. Alcuni luoghi torinesi furono sicuramente frequentati, anche con assiduità, dalle reginette dello swing. Del negozio di strumenti e articoli musicali Chiappo si è già detto; occorre citare anche lo studio del fotografo Enea Mangini, ritrattista delle Lescano, in via Roma 41 ter, angolo via Doria, di fronte al vecchio cinema Ghersi. E poi i teatri e cinema.
Nei loro tredici anni di permanenza torinese le sorelle Lescano si esibirono in quasi tutti i locali della città: al teatro Chiarella di via Principe Tommaso 6 e al cinema Maffei, al civico 5 della stessa via, al teatro Alfieri, al Rossini, al parco del Valentino, al Savoia Clubino di via Lagrange 51, fino al Salone della Stampa di via Roma 80. In occasione dell’ultima esibizione nel maggio-giugno 1948 il nuovo Trio – con Maria Bria al posto di Caterinetta – si esibì al Club La Florida di piazza Solferino.