Età Barocca

Visitate Torino! Nel 1753 la prima guida turistica della città.

Storia dei primissimi vademecum alla scoperta della capitale sabauda; così tre secoli fa i librai Ramelletti e Derossi lanciavano l'amo ai viaggiatori d'Europa.

Al «buon viaggiatore» che nel Seicento volesse esplorare l’Europa, il filosofo Francesco Bacone suggeriva di portare con sé «qualche libro» che descrivesse le tappe obbligate del lungo itinerario. Ma quale libro poteva arricchire il bagaglio del forestiero in visita a Torino nel tempo lontano di cui stiamo parlando?

La storia delle prime «guide turistiche» della capitale sabauda è stata studiata a fondo da Rosanna Roccia, già direttrice dell’Archivio Storico comunale. Nel Seicento, secondo Rosanna Roccia, l’unico materiale che i forestieri avevano a disposizione per mettersi in viaggio alla volta di Torino erano i volumetti di appunti scritti da altri viaggiatori che, taccuino alla mano, avevano già visitato la città subalpina e ne avevano registrato le cose «mirabili, i caratteri, gli usi e i costumi». Volumi com il Voyage d’Italie di Maximilien Misson, pubblicato all’Aia nel 1691, toccavano anche Torino, descrivendola come “un posto molto piacevole” grazie ai  “ridenti viali e ai i modi socievoli dei suoi abitanti”.

La prima vera guida di Torino fu stampata nel 1753 in occasione di un importante evento: il trecentesimo anniversario del Miracolo del Santissimo Sacramento. La Guida de’ forestieri per la Real Città di Torino, redatta da un certo Giovanni Gaspare Craveri, “modesto commesso di libreria”, venne data alle stampe alla vigilia delle grandiose celebrazioni del 1753 dal libraio editore Rameletti e godette di successo incontrastato almeno fino al 1780, anno in cui un altro libraio, editore e tipografo – Onorato Derossi, con bottega «in Contrada di Po, verso la piazza, isolato sant’Apollonia» – ottenne dal sovrano «il privilegio privativo di far stampare ogni anno», per un quindicennio, «un libro da lui compilato sotto il titolo di Almanacco Reale, o sia Guida di Torino, in cui vengono indicate le Chiese e Luoghi più particolari di essa Città, il nome, titoli, cariche, ed abitazione delle persone distinte per nascita, per Impieghi, e di quelle esercenti qualche Professione ed altre notizie utili».

Nel 1781 Derossi, sempre sfruttando il privilegio concesso dal Re, pubblicò per i tipi della Reale Stamperia di Torino la più nota Nuova guida per la Città di Torino, che in 200 pagine descriveva «pitture, sculture, ed architetture», tracciava rapidi profili di magistrature, istituzioni culturali ed enti ecclesiastici, soprattutto rivelava «notizie tratte da buone fonti, egualmente sicure, che interessanti».

Molte altre guide alla città furono pubblicate a Torino nei decenni anni a seguire, classificabili per contenuto nel filone dell’Almanacco Reale o della Nuova Guida.


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